cleptomania

Cleptomania

La Cleptomania, un disturbo incotrollabile

Che cos’è la cleptomania?

Con cleptomania si definisce l’impulso incontrollabile a rubare. E’ un disturbo annoverabile nello spettro ossessivo-compulsivo, in quanto presuppone un dis-controllo degli impulsi. Si tratta, per il soggetto, di non avere il controllo di un proprio comportamento, “è più forte di me” riportano questi soggetti.
Il termine cleptomania, di derivazione greca, indica la tendenza di alcuni soggetti ad impossessarsi in
maniera furtiva di oggetti, spesso di scarso valore o rilevanza. Non è l’oggetto in sé ad avere la massima importanza nell’azione ma bensì quello che l’oggetto rappresenta per il soggetto, il contesto in cui il furto avviene e le sensazioni che questo agito produce in chi lo compie.

Quali sono i principali sintomi?

Il sintomo principale della cleptomania è l’impulso ingovernabile al resistere nell’impossessarsi di oggetti, anche di poco valore. Spesso l’oggetto è sempre lo stesso e viene rubato per far parte di una collezione o comunque per essere tenuto insieme ad altri della stessa specie.
Questa è già una importante differenza con chi invece ruba, solo per poter percepire la scarica di adrenalina legata
al brivido di sfidare la legge. A volte le due modalità sono entrambe presenti sempre o solo per un periodo. Il disturbo stesso può presentare fasi acute e fasi di remissione.
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Quali possono essere le cause?

Ancora una volta, è chiaro come quando si tratta dell’essere umano non è possibile trovare
un’unica causa che giustifichi un comportamento patologico. Possiamo però distinguere tipi di soggetti affetti da questa patologia: i soggetti che alla vista di uno specifico oggetto non riescono a non impossessarsene e invece quei soggetti che invece godono del brivido provato per aver commesso il furto. Per il primo, allora, il fattore scatenante sarà l’immagine o l’idea di quel particolare oggetto, per il secondo, non sarà tanto l’oggetto ad essere significativo, ma piuttosto la sensazione che potrebbe essere ricercata per scaricare una frustrazione insopportabile o, al contrario, poter provare qualcosa in un momento di anedonia. Risalire al perché del gesto è necessario per impostare la corretta strategia per aiutare chi ne soffre a liberarsi di questa modalità.
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Quali sono le soluzioni?

Come avviene per tanti altri disturbi, anche nel caso della cleptomania, chi ne soffre difficilmente
lo vivrà come un disturbo e in questi casi la prognosi è sempre più negativa. E’ più probabile che il cleptomane inizi a curarsi perché obbligato dai suoi cari o, piuttosto, dalle forze dell’ordine perché è stato colto in fragrante. Come in ogni cura o terapia psicologica, la decisione di curarsi è decisiva, una cura “obbligata” ha più rischi di essere infruttifera perché l’alleanza terapeutica può non svilupparsi mai. Questo però è solo un rischio e, in alcune situazioni, bisogna comunque rischiare. Senza una piccola forzatura per alcune persone, per quanto una situazione può essere negativa, rappresenta comunque un equilibrio conosciuto, a differenza dell’ignoto che il cambiamento porta con sé.

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