Che cos’è l’insonnia?
L’insonnia o mancanza di sonno è una condizione medica che comporta difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno. Secondo i dati statistici circa un adulto su tre riporta, almeno secondo le stime americane, difficoltà a dormire, anche se solo una più bassa percentuale della popolazione riporta caratteristiche tali da ricevere una diagnosi di disturbo del sonno.
Il sonno assolve uno dei bisogni primari dell’essere umano, garantisce la possibilità di riposo di cui, al pari della fame e della sete, nessun uomo può farne a meno. Il fisico risente la mancanza di un adeguato sonno e può arrivare a sviluppare anche importanti effetti nella vita diurna, che peggiorerebbero la qualità della vita. Il sonno è una prerogativa fondamentale tanto che la sua privazione è stata utilizzata come metodo di tortura.
I tre tipi di insonnia
L’insonnia può essere di tre tipi: l’“insonnia iniziale” causata da difficoltà nell’addormentarsi, “l’insonnia centrale” caratterizzata dalla difficoltà nel mantenere il sonno e “l’insonnia tardiva” relativa al risvegliamento nelle prime ore del mattino e seguita dall’impossibilità a ritrovare il sonno. Generalmente, l’insonnia più comune è caratterizzata dalla difficoltà ad addormentarsi e a mantenere nel corso della notte il sonno.
Quando possiamo parlare di disturbo del sonno?
L’insonnia può essere una condizione transitoria, non è sempre un disturbo. Basti pensare alla notte prima di un esame universitario, magari uno di quelli molto importanti, non è per nulla insolito passare la notte in bianco. Questo non può considerarsi un disturbo d’insonnia. Affinché possa essere diagnosticato tale è necessario che l’insonnia duri almeno per tre mesi e sia presente almeno per tre notti alla settimana.
I criteri quantitativi servono a fissare uno spartiacque tra una condizione che non deve destare preoccupazioni ed una, invece, in cui è meglio rivolgersi ad un professionista o quanto meno porre la giusta attenzione. Tutto quello che, nel nostro corpo, non funziona come dovrebbe o come è solito fare merita di essere approfondito.
L’insonnia come disturbo
Nel disturbo dell’insonnia il sintomo principale è la privazione di sonno, l’impossibilità a riposare bene sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo. A questa mancanza si possono sommare tutti gli effetti diurni causati dalla privazione del sonno: stanchezza, irritabilità, difficoltà in concentrazione, attenzione e memoria, umore depresso e sintomatologia ansiosa.
L’insonnia è dunque una condizione problematica tanto per le difficoltà notturne quanto per le conseguenze diurne di queste difficoltà. Sebbene le conseguenze diurne non sempre siano presenti, soprattutto agli esordi del disturbo, prima o poi si presenteranno.
Sfasamenti nel ritmo circadiano o inattività diurna alternata ad attività notturna sono potenzialmente un rischio. Il circolo vizioso che rischia di instaurarsi è quindi davvero pericoloso e va debellato al più presto.
Stili di vita diversi
Esistono poi una categoria di persone per cui non si deve considerare insonnia ma semplicemente sono predisposte alla vita notturna.
Ad esempio, il celebre scrittore Honoré de Balzac era famoso per la sua proficua attività notturna, scriveva quasi esclusivamente di notte. Questa, di fatto, con la sua quiete e il suo silenzio, con l’idea di esser soli e di sapere che tutti gli altri dormono, può favorire, in alcuni soggetti, l’attività creativa.
Cause dell’insonnia
Le cause dell’insonnia sono legate all’ambiente, alla sfera genetico-fisiologica e a fattori psicologici.
Esistono ambienti che non permettono le condizioni ottimali per il sonno, così come alcuni lavori, che richiedono turnazioni che cambiano frequentemente gli orari o che richiedono servizi notturni. L’uomo è un animale abitudinario e diurno e se queste predisposizioni naturali vengono meno non sorprende l’insorgenza di disturbi legati al sonno.
A livello fisiologico, le ricerche hanno evidenziato maggiore vulnerabilità all’insonnia nelle donne e nelle persone più anziane.
I fattori psicologici che possono causare l’insonnia sono legati alla maggiore attivazione notturna che può ostacolare il sopraggiungere del sonno. In fisiologia si definisce arousal l’attivazione da parte del sistema nervoso in risposta ad uno stimolo. Più il sistema è attivato, meno sarà possibile favorire il sonno.
Cosa può stimolare l’attivazione del sistema che costituisce la nostra mente?
La difficoltà nel mantenere il controllo sul proprio pensiero, il rimuginio, l’impossibilità a limitare la propria attività di pensiero impedisce l’abbassamento delle difese che permettono il sopraggiungere del sonno. Addormentarsi è possibile solo se si attenua quell’attività mentale che costituisce il pensiero. Appena prima di addormentarsi, come ognuno potrà constatare, i pensieri sono sempre un po’ più “strani” rispetto a quelli diurni. Questo è dovuto all’effetto della diminuzione delle difese della coscienza che si ritirano.
Le difese coscienti
Le cause di questa situazione sono attribuibili, secondo la mia esperienza, perlopiù a due fattori: la tendenza al controllo e la propensione a trattenere i propri pensieri e le proprie emozioni invece di comunicarle agli altri. Questi due aspetti, tra l’altro, sono molto correlati tra loro. In letteratura e nel cinema esistono ottimi esempi dell’origine psicologica dell’insonnia.
Nel film “l’uomo senza sonno” il protagonista, interpretato da Christian Bale, non dorme da settimane con tutti gli effetti devastanti per il suo corpo e la sua mente di questa privazione. Non riesce più a dormire e potrà ritrovare il sonno solo quando deciderà di confessare un crimine commesso, facendo così pace con il proprio senso di colpa.
Da questo esempio non bisogna però essere tratti in inganno. Non è solo il senso di colpa che può causare l’insonnia ma, piuttosto, il non riuscire a comunicare a nessun altro qualcosa di sé. La parola permette di prendere le distanze da un pensiero che altrimenti non ci abbandonerebbe mai.
La parola è un tentativo di mediazione con l’altro. Nel film il protagonista deve confessare alla polizia il suo crimine, facendo così dimostra il suo pentimento. La parola è un’azione che ci permette di cambiare.
Considerazioni finali
Ogni psicoterapia ha sul suo sfondo questo funzionamento e questo obiettivo. La cura della parola offerta da un contesto specialistico come quello della psicoterapia permette a chi decide di intraprendere un percorso, prima di tutto, la possibilità di mettersi davvero in gioco. Dire qualcosa, affermare un proprio sentimento o una propria idea è decidere che esista.