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Psicoterapia e Psicoanalisi: Domande Frequenti

Introduzione Se si sta considerando la psicoterapia a Milano, si potrebbe avere alcune domande frequenti in mente. Come psicoterapeuta con esperienza nel campo, desidero fornire risposte chiare e rassicuranti. Continua a leggere per ottenere informazioni sui compiti dello psicoterapeuta, la durata della terapia, i potenziali benefici e le differenze tra psicoterapia e psicoanalisi. Di cosa si occupa uno psicoterapeuta durante la psicoterapia? Lo psicoterapeuta si occupa di supportare le persone che chiedono aiuto nel trovare soluzioni ai loro disagi. L’obiettivo non è fornire risposte immediate, ma piuttosto esplorare insieme al paziente per ottenere un cambiamento. La psicoterapia è un processo che mira a cambiare prospettive, abbandonare schemi comportamentali o di pensiero limitanti e impegnarsi attivamente per affrontare i disagi. Per quanto tempo bisogna andare dallo psicoterapeuta? La durata della terapia dipende dagli obiettivi individuali. Non tutti cercano una psicoanalisi a lungo termine che richiede anni di lavoro e più sedute settimanali. Alcuni potrebbero desiderare risolvere un sintomo specifico che causa disagio, il che potrebbe richiedere solo alcune sedute o pochi mesi. Una volta risolto il sintomo, è possibile decidere se continuare con un lavoro più introspettivo o interrompere la terapia. Non rischio di scoprire qualcosa di me che potrebbe farmi male? Prendere consapevolezza dei propri vissuti ed emozioni può inizialmente provocare disagio, ma è sempre un beneficio. Gran parte della sofferenza che sperimentiamo deriva dalla mancanza di consapevolezza di alcuni aspetti di noi stessi. La psicoterapia offre l’opportunità di esplorare e riconoscere questi aspetti per favorire la crescita personale. Se poi non ho niente da dire allo psicoterapeuta durante la psicoterapia? È comune avere paure come il timore di non avere nulla da dire durante la terapia. Queste paure possono derivare dall’evitare una situazione nuova e misteriosa come la psicoterapia. Tuttavia, la terapia richiede impegno e lavoro personale per ottenere risultati positivi. Lo psicoterapeuta è specializzato nel favorire questo processo senza sostituirsi al paziente, ma piuttosto facilitando la crescita personale. Che differenza c’è tra la psicoterapia e la psicoanalisi? La psicoterapia è un termine più ampio che comprende diversi approcci terapeutici, tra cui la psicoterapia psicodinamica, cognitivo-comportamentale e sistemico-relazionale. La psicoanalisi è una forma specifica di psicoterapia basata sul lavoro di Freud, che si concentra sull’esplorazione dei processi inconsci e richiede un percorso più lungo e approfondito. Quando decido che è tempo di concludere? Il percorso terapeutico può essere interrotto in qualsiasi momento. Tuttavia, è auspicabile concordare con lo psicoterapeuta la decisione di interrompere la terapia e discutere di eventuali pensieri o dubbi che potrebbero sorgere. Anche se i primi miglioramenti possono far sorgere il desiderio di concludere, è importante condividere tali pensieri in seduta per prendere una decisione informata. Conclusioni: Spero che queste risposte alle domande frequenti sulla psicoterapia ti abbiano fornito una maggiore comprensione di cosa aspettarti durante il percorso terapeutico. Lo psicoterapeuta a Milano può offrirti supporto e orientamento nel tuo processo di cambiamento e crescita personale. Non esitare a contattarlo per ulteriori informazioni e per prenotare una consulenza.

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voyeurismo

Voyeurismo

Storia e definizione Il Voyeurismo è la tendenza a cercare e trarre soddisfazione, anche sessuale, attraverso la vista. La leggenda di Lady Godiva Il termine derivante dal francese risale al diciannovesimo secolo. La stessa tendenza è anche conosciuta, fin dal medioevo inglese, come peeping tomismo, da Peeping Tom (Tom che guarda), personaggio della leggenda di Lady Godiva. Il racconto narra che Lady Godiva, per far abbassare le tasse a suo marito, il conte di Coventry, lo avesse provocato uscendo per il villaggio a cavallo coperta solo dai suoi capelli. Nonostante fosse stato vietato dal conte a tutti i cittaidni di guardarla, un sarto di nome Tom la guardò lo stesso e rimase accecato dalla sua bellezza. Peeping Tom sarebbe un equivalente popolare del nostro “guardone”. Questa disposizione è conosciuta anche come scopofilia, il cui significato, derivato dal greco è “amore per la vista”. Dal punto di vista patologico, rientra nel quadro delle parafilie,  comportamenti sessuali che hanno modalità o oggetti diversi dalla “norma”, cioè si differenziano dall’avere rapporti sessuali maturi con partner adeguati – per adeguati si intende esseri umani adulti e sviluppati. Spesso sono riconosciuti come crimini sessuali e sono previste condanne e pene per chi ne è riconosciuto colpevole. Sintomi del Voyeurismo Secondo il DSM-V, il manuale statistico per le diagnosi, il Disturbo Voyeuristico può essere riconosciuto se un soggetto, per almeno sei mesi:  1) ha provato un’intensa attivazione sessuale nello spiare altre persone non consenzienti nude, nell’atto di spogliarsi o durante un atto sessuale. Questa attivazione può manifestarsi attraverso fantasie, impulsi o comportamenti; 2) ha messo in atto con persone non consenzienti questi impulsi, oppure questi impulsi e fantasie gli causano importante disagio nella vita sociale e lavorativa o impedimenti in diverse aree di funzionamento. Disturbo voyeuristico e tendenze voyeuristiche contemporanee Questa diagnosi è relativa ad una persona disturbata e che necessita di cure o quantomeno di isolamento, affinché chi ne soffra non arrechi danno alle sue potenziali vittime. Al pari di altre parafilie, anche più pericolose, il Voyeurismo è considerato in molte nazioni come un reato e sono previste pene per chi lo commette. Bisogna tuttavia fare un distinguo tra il disturbo voyeuristico e la tendenza voyeur. Soprattutto nella società contemporanea, in cui alla vista sono offerti spettacoli un tempo decisamente inimmaginabili. Basti pensare ai primi anni 2000 quando sono stati trasmessi i primi reality shows come il grande fratello o L’Isola dei famosi. In questi veniva dato in pasto agli occhi del pubblico la vita intima e “privata” dei suoi partecipanti. Era possibile seguire per 24 ore su 24 degli altri esseri umani. Tutto questo spettacolo diventa un boccone succulento per coloro che hanno una predisposizione per questo tipo di soddisfazione e allo stesso tempo suscita questa particolare modalità di provare piacere. Lo sguardo e la psicoanalisi Secondo la psicoanalisi freudiana non esiste un corpo intero, cioè siamo costituite da alcune zone erogenee che non sono in continuità con il resto del corpo. Lo sviluppo consiste in una successione di tappe: fase orale, fase anale e poi la fase genitale. Ad ognuna di queste fasi corrisponde il rapporto, più o meno sano, che l’individuo svilupperà con quella particolare modalità di soddisfazione. In primis, c’è il seno materno che allatta a cui si attacca la bocca del soggetto. Il bambino chiama con i suoi strilli e i suoi lamenti e chi se ne prende cura risponde approntando una soddisfazione legata alla zona della bocca. Segue la fase anale, in cui il soggetto risponde alle richieste di chi lo spinge a liberarsi, per questo il bambino arriva a vedere come doni per l’Altro i propri escrementi. Nella prima fase chiede e poi nella seconda risponde. Con la maturazione biologica, il primato della soddisfazione si sposta verso l’apparato riproduttore. Le fasi precedenti non si sono annullate, ma piuttosto, nello sviluppo più normale, si sono amalgamate con le successive. Lacan riprende questa teoria basilare della psicoanalisi e apporta un’aggiunta personale. Considera anche la voce e lo sguardo alla stregua degli altri oggetti, nelle modalità tanto attive quanto passive. Così la voce può diventare fonte di piacere e soddisfazione, pensiamo a chi canta o a chi è appassionato di musica, e ugualmente lo sguardo. Voyeurismo ed esibizionismo possiamo considerarle due facce della stessa medaglia. Per entrambi c’è in gioco un desiderio legato alla vista ma che si contraddistingue come deviante, perché illegale. In fondo, questi comportamenti, quando esacerbati, sono fonte di angoscia per chi li subisce, tanto per chi è spiato quanto per chi è costretto a guardare. Riprendendo la leggenda di Peeping Tom, anche lì era presente il divieto di guardare e il sarto è punito dal fato per questo suo farsi beffe della legge. Conclusioni sul voyeurismo Le motivazioni per cui un individuo sviluppa un desiderio che si allontana dalla norma – una cosiddetta perversione – possono essere diverse. Ha quindi senso approfondirle nella specificità di ogni caso. Le tendenze a trarre soddisfazione, senza che questo sia un piacere intenso come nella perversione, dalla vista di qualcuno, dallo spiare non sono patologiche, ma piuttosto normali, entro certi limiti. Non bisogna aver paura di riconoscere in noi stessi elementi che nella visione comune vengono interpretati come patologici. La patologia è un’irrigidimento e un’esacerbazione di quelle che sono le comuni tendenze dell’essere umano. E’ importante riconoscere quelle nostre parti che sentiamo come più “originali”, senza soffocarle. In questo la psicoterapia aiuta ad essere meno giudicanti verso noi stessi. Inoltre aiuta a compiere un lavoro di integrazione piuttosto di scotomizzazione di quelle nostre parti che “non vogliamo vedere”.

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La Cura in Psicoterapia

In questo articolo parleremo della cura in Psicoterapia e del suo svolgimento. Cercherò di rispondere a tutte le domande che mi avete posto. Le riflessioni che seguono sono il frutto delle mie considerazioni derivanti dalla teoria e dalla pratica della psicoterapia ad indirizzo psicoanalitico, fermo restando che ogni pratica psicoterapica è sempre qualcosa che coinvolge almeno una coppia di individui.

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