dipendente personalità

Disturbo dipendente di personalità

Che cos’è il disturbo dipendente di personalità?

In tutte le relazioni esiste un aspetto dipendente. In alcune fasi della vita, anzi, questa dipendenza è assolutamente necessaria per la sopravvivenza, basti pensare al neonato nei confronti della madre o alla persona anziana con i propri familiari. Attraverso la dipendenza è possibile, inoltre, imparare ciò che ci serve per non esserlo più, in questi casi possiamo parlare di dipendenza temporanea e di dipendenza come forma di apprendimento.

D’altra parte, la dipendenza può essere cronica e risultare come un grosso impedimento per l’autonomia di una persona. Può essere definita un disturbo quando la pervasiva ed eccessiva necessità di essere accuditi da qualcuno conduce a comportamenti sottomessi e adesivi e a paure di separazione.

Quando questi tratti sono presenti e sono rigidi, disadattivi, persistenti e causano un significativo impedimento funzionale e notevole stress soggettivo, allora è possibile ipotizzare una diagnosi di disturbo dipendente di personalità che deve, comunque, essere sempre sottoscritta da un professionista del settore.

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Definizione e Storia

Prima di indicare il rapporto in cui una persona ha bisogno per la propria sopravvivenza di un’altra, il termine dipendenza era utilizzato per rappresentare il rapporto causale per cui un elemento è conseguenza di un altro. Letteralmente, dipendenza vuol dire “qualcosa che pende da (un’altra)”, e in fondo rappresenta l’essenza del rapporto di dipendenza come lo si immagina nel senso comune.

Un rapporto tra due persone in cui una (di)pende in tutto dall’altra. Senza addentrarci nella descrizione dei tratti della persona da cui si dipende, perché non ci interessano in questa sede, proviamo a capire quali sono i tratti, e i sintomi, della personalità dipendente.

Sintomi del disturbo dipendente di personalità

Secondo il DSM-V affinché si possa pensare ad una diagnosi di disturbo di personalità dipendente, devono essere presenti i seguenti criteri, all’interno, come già sottolineato, di un quadro di eccessivo e pervasivo bisogno di essere accudito:

  • Difficoltà nel prendere le decisioni di ogni giorno senza una quantità eccessiva di consigli e rassicurazioni dagli altri;
  • Bisogno che gli altri si assumano la responsabilità nelle principali sfere della propria vita;
  • Difficoltà nell’esprimere disaccordo con gli altri a causa della paura di perdere supporto e approvazione;
  • Difficoltà nell’intraprendere progetti o fare cose in autonomia (a causa di una mancanza di fiducia nel giudizio di sé e delle proprie capacità più che una mancanza di motivazione od energia);
  • Disponibilità, per ottenere incoraggiamento e supporto dagli altri, a fare cose spiacevoli;
  • Senso di sconforto e impotenza in assenza di altri a causa delle paure esagerate di incapacità nel prendersi cura di se stessi;
  • Ricerca urgente di un’altra relazione come fonte di cura e supporto, quando una relazione precedente finisce;
  • Preoccupazione irrealistica per paura di essere lasciati a prendersi cura di se stessi.
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Che cosa alimenta questo disturbo?

La paura di non essere in grado di prendersi cura di sé spinge questi soggetti a cercare il proprio riferimento in un’altra persona, che sia un genitore, il partner, un amico.

Solo alla presenza di questo altro, il soggetto dipendente riesce a funzionare adeguatamente, tanto da essere in grado di eseguire compiti e lavori in autonomia a patto di sentirsi “osservato”.

Nel momento in cui l’altro manca, il soggetto ripiomba nel vuoto, non è in grado di orientarsi perché annientato dalla paura di non farcela da solo. Il timore di perdere l’altro è tale da spingere il soggetto a compiere atti spiacevoli. Ogni considerazione di se stessi è in secondo piano rispetto all’importanza ricoperta dall’altro.

Quali sono le principali cause?

Le cause possono rintracciarsi in particolari episodi dell’infanzia e nella peculiare predisposizione psicologica del soggetto. Separazioni dolorose e traumatiche hanno buona probabilità di comparire nell’anamnesi di questi pazienti. Anche se non in misura maggiore rispetto ad altri disturbi di personalità, come quello borderline o istrionico.

L’atto di separazione è uno dei più dolorosi  per ognuno di noi, e nonostante questo tutta la vita è un lungo processo di separazione. Otto Rank parlava di “trauma della nascita” come la prima e più dolorosa separazione per l’essere umano. Forse, quello che con le sue modalità il dipendente cerca di fare attraverso i suoi sintomi è di provare a negare il suo essere separato dall’altro.

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Possibili Soluzioni

All’interno di un percorso di psicoterapia, nell’ottica di questo particolare disturbo, andrebbe posta enfasi proprio sulla separazione dall’altro. Lacan, è risalito all’etimologia latina della parola separazione sottolineando come letteralmente voglia dire “partorirsi”, da parere che vuol dire partorire e il suffisso sé. Nel percorso di cura il soggetto è chiamato a rendersi responsabile di se stesso. Solo attraverso questo passaggio è ipotizzabile un lavoro che permetta di andare al di là della dipendenza. 

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