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Chi sono

Mi chiamo Vito Iannelli e sono uno psicoterapeuta e psicologo a Milano.

Svolgo la mia attività di psicoterapeuta e psicologo a Milano, dove ricevo privatamente nel mio studio in via Washington, 14.

Dopo aver conseguito la laurea in scienze e tecniche psicologiche all’Università degli studi di Bari, la mia città natale, ho deciso di proseguire il mio percorso formativo fuori. Mi sono trasferito a Milano, dove ho conseguito la laurea specialistica in Psicologia clinica presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore.

psicologo psicoterapeuta

La mia passione per la psicoanalisi è cresciuta ancora di più quando, durante un corso universitario, ho conosciuto le teorie di Jacques Lacan. Ho capito allora che volevo diventare uno psicoanalista lacaniano e ho seguito questa strada.

Dopo la laurea ho collaborato in varie forme con istituzioni pubbliche e private, specializzandomi nel trattamento delle dipendenze patologiche, oltre che nel campo della disabilità, con particolare interesse clinico per l’autismo. Ho lavorato e collaboro tuttora con strutture psichiatriche. Ho inoltre avviato la mia attività privata.
Nel 2020 conseguo a Milano il titolo di psicoterapeuta presso l‘Istituto IRPA , di cui è direttore scientifico il dott. Massimo Recalcati. Continuo la mia formazione permanente come psicoanalista, attraverso la partecipazione a gruppi di lavoro, sedute di analisi di controllo e il mio personale lavoro di analisi e auto-analisi.

Accolgo nel mio studio a Milano o online persone che si rivolgono a me a causa di una sofferenza che non riescono a comprendere del tutto e che vogliono superare. Si lavora per capire da dove origina questa sofferenza e perché non si riesce a superarla. Le risposte che emergeranno sono il frutto di questo lavoro insieme.

NUMERO D’ISCRIZIONE ALL’ALBO DEGLI PSICOLOGI DELLA LOMBARDIA: n. 15557

Il mio metodo

Il mio metodo è quello psicoanalitico che deve la sua invenzione a Sigmund Freud, ma che nel secolo scorso è stato rivisto, integrato con altre discipline e approfondito da Jacques Lacan. Analizzando e ricostruendo la storia del paziente lo si aiuta a trovare la chiave per decifrare i sintomi che vanno in completa remissione.

La psicoterapia ad indirizzo analitico è uno strumento valido che permette di affrontare e superare efficacemente la maggior parte dei sintomi contemporanei. E’ un valido aiuto nel trattamento degli attacchi di panico, della depressione, delle fobie e della maggior parte dei disturbi psichici che possono rendere da faticosa a impossibile la vita quotidiana.

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Cosa prevedono i percorsi con uno psicologo?

Oggi i percorsi di questo tipo prevedono, solitamente, una seduta settimanale e una durata che può variare in funzione della persistenza del sintomo, della tenacia delle resistenze e della volontà del paziente di spingersi verso un maggior grado di profondità delle proprie dinamiche psichiche. 

Uno sguardo più consapevole su se stessi è una grande risorsa per poter vivere quello che ci capita tutti i giorni come qualcosa di “nostro”. Poter riconoscere la propria personale implicazione attiva in situazioni che possono apparire come indipendenti dalla nostra volontà, permette di restituire un posto centrale al paziente nella sua vita, e di ridare il giusto peso alla propria responsabilità personale.

Questo percorso è possibile grazie ad uno spazio di riflessione, in cui la persona è invitata a parlare liberamente, in un contesto di ascolto empatico e privo di giudizio, tutelato dal segreto professionale. Dal discorso personale emergeranno quei ricordi, quelle espressioni che hanno segnato la vita di ognuno in maniera unica

La fiducia nell’inconscio

Il presupposto necessario per un percorso valido con uno psicologo è aver fiducia nell’esistenza dell’inconscio. L’Inconscio non è da considerare come una forza oscura o un potere soprannaturale che tira le fila dei nostri pensieri o delle nostre azioni. Tuttavia l’inconscio è lo scrigno che racchiude tutte le nostre emozioni e i vissuti passati, la memoria di ciò che siamo stati, tanto grande da non poter sempre essere accessibile alla coscienza.

L’accesso alla coscienza è precluso soprattutto per quegli eventi ed emozioni più legati alla nostra infanzia e a carattere traumatico o conflittuale, a causa del profondo valore e impatto che hanno avuto su di noi. 

Attraverso un lavoro di rielaborazione e riappropriazione del nostro passato acquistiamo la possibilità di gestire meglio e più direttamente il presente per assicurarci un futuro migliore.

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