disturb da accumolo

Il disturbo da accumulo

Che cos’è il disturbo da accumulo?

Il disturbo da accumulo consiste nell’incapacità, per chi ne soffre, di liberarsi da oggetti di scarso o nulla utilità, finendo per ritrovarsene letteralmente sopraffatta. Oltre a non buttar via nulla, nel 80-90% dei casi si verifica la tendenza eccessiva all’acquisto o al recupero di una o più categorie di oggetti.

Sindrome di Collyer e la Disposofobia

Questo disturbo giunto alla conoscenza del grande pubblico tramite la trasmissione “sepolti vivi”, è conosciuto anche come la sindrome Collyer, in seguito alla vicenda dei fratelli Collyer. Questi due newyorkesi sono stati ritrovati nel 1947 morti nel loro palazzo insieme a circa un centinaio di tonnellate di rifiuti accumulati negli anni. Homer Collyer, paralizzato, è morto di fame, mentre Langley sembrerebbe sia rimasto schiacciato da una pila di rifiuti o più precisamente da una trappola fatta di rifiuti che lo stesso, ingegnere, costruiva per tenere fuori gli intrusi.

Il disturbo da accumulo è conosciuto anche come disposofobia, dall’inglese “dispose”, gettar via, liberarsi di qualcosa, oltre che dal greco fobia, paura. Letteralmente paura del gettar via.

disturbo da accumolo
Immagine via Wikipedia/Giusto Uso

Sintomi del disturbo da accumulo

I principali criteri che permettono di diagnosticare a livello clinico tale disturbo sono: l’incapacità della persona di liberarsi di oggetti, anche privi di valore e il forte disagio provato nel tentativo di farlo. Queste difficoltà arrivano al punto che gli oggetti si accumulano e ingombrano lo spazio vitale della persona tanto da renderlo inagibile, provocando così notevoli difficoltà nella vita quotidiana. L’immondizia e lo sporco diventano inoltre potenzialmente dannosi per la salute stessa del malato.

Considerazioni sui sintomi

Gli oggetti diventano quindi un impedimento importante nella quotidianità della persona che, pur di non rinunciare a questi beni spesso di nullo valore, arriva a complicarsi non poco la vita. Come mai?

disturbo da accumolo

Prendiamo come esempio il caso dei due fratelli Collyer. Dopo la separazione dei genitori, si sono progressivamente ritirati dalla vita pubblica e nel frattempo hanno iniziato ad accumulare. Nella vita di queste persone le relazioni con gli altri diventano sempre meno centrali man mano che le cose acquistano importanza. Sembrerebbe come se l’investimento nel genere umano si spostasse dai propri simili ad oggetti od anche animali.

Secondo il DSM-V, infatti, rientra sotto la categoria del disturbo da accumulo anche chi adotta tanti animali, ad esempio gatti, fino a non riuscire più a garantire una condizione sufficientemente dignitosa né per gli animali né per se stessi.

Cause del disturbo da accumulo

Non è possibile identificare una causa, ma si può riconoscere il meccanismo che si attua in questo disturbo. Alla base della compulsione all’accumulo troviamo sempre una chiusura verso il mondo, verso gli altri esseri umani. Gli oggetti e gli animali vengono preferiti agli altri esseri umani. Gli oggetti non hanno richieste mentre gli animali le fanno coincidere con i propri bisogni, sono quindi sempre prevedibili.

accumolatori seriali

Gli oggetti inoltre e gli animali domestici hanno bisogno delle loro cure e attenzioni. Perché recuperare ad esempio oggetti dalla strada? Per prendersene cura e sistemarli, per trovargli un posto. C’è attrazione per ciò che è rotto, abbandonato, scartato che potrebbe riflettere l’idea che queste persone hanno di se stesse.

Il rapporto con gli altri esseri umani è spesso problematico, gli altri vengono percepiti come minacciosi, ostili, desiderosi di appropriarsi dei loro beni. Questa paura li porta a limitare o chiudere i rapporti sociali con l’esterno, mantenendo solo quelli indispensabili.

Possibili Soluzioni

La smania di queste persone per il recupero e l’accumulo è seguito da un senso di noncuranza verso se stessi e i propri beni. Alla fine si ritrovano con pile di immondizia o in situazioni sanitarie al di sotto del limite umano. Gli oggetti si accumulano, l’immondizia aumenta, non si può buttare nulla, ma non ci si muove più.

accumolare

Disordine, sporcizia e degrado diventano incontrollabili e questi malati si ritrovano, come il povero Langley Collyer “schiacciati”  dal loro stesso ciarpame. La cura che hanno dei propri beni è una cura ambivalente, perché se da un lato preservano i loro beni dall’abbandono, dall’altro non ne hanno davvero cura, anzi li abbandonano in maniera diversa.

Con grande difficoltà queste persone possono accedere ad una relazione terapeutica, probabilmente più su invio di altri che di propria iniziativa perché l’insight circa questo disturbo è molto basso. Se si riesce ad avviare un percorso la prognosi è comunque favorevole perché una psicoterapia può aiutare queste persone a prendersi davvero cura di se stesse. 

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